In linea con le politiche dell’Unione europea: l’inerbimento degli oliveti aumenta il sequestro di carbonio e riduce le perdite di suolo dovute all’erosione.
I suoli agricoli svolgono un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico, favorendo il sequestro del carbonio e la sostenibilità degli agroecosistemi. Tuttavia, a causa delle pratiche di gestione tradizionali, molti terreni degli oliveti dell’area mediterranea sono altamente degradati, con perdita di fertilità e produttività, alti tassi di erosione e bassa capacità di ritenzione idrica. Uno studio, condotto nell’ambito del progetto europeo Diverfarming, ha dimostrato che le coperture vegetali migliorano la qualità del suolo aumentando il contenuto di materia organica (e quindi aumentando il sequestro di carbonio), migliorando la struttura (che migliora la capacità di ritenzione idrica) e riducendo l’erosione.
A tal fine, il gruppo di ricerca SUMAS del Dipartimento di Chimica Agraria, Scienza del Suolo e Microbiologia dell’Università di Cordoba ha applicato la diversificazione delle colture negli oliveti di Torredelcampo (Jaén), ossia l’inclusione di colture alternative come lavanda, zafferano o avena e veccia in rotazione nell’interfila degli oliveti. In contrasto con la gestione convenzionale, che rimuove lo strato superficiale e applica erbicidi e fertilizzanti chimici, e con la non lavorazione e applicazione di erbicidi, che mantiene il suolo completamente spoglio, la diversificazione viene presentata come una pratica che migliora la qualità del suolo. Ma questo miglioramento “non è dovuto solo alla diversificazione, ma anche alla copertura e alla copertura che genera”, spiega Manuel González-Rosado, ricercatore che ha partecipato allo studio. “Per il team era essenziale mantenere il terreno dell’oliveto coperto da colture che generassero residui organici di lunga durata. Alla fine, la cosa interessante è generare coperture che coprano le corsie dell’oliveto ed evitino il grande problema degli oliveti andalusi, ovvero la perdita di suolo a causa dell’erosione e del ruscellamento”, aggiunge.
Quando i suoli sono nudi, si genera una crosta superficiale che crea problemi in quanto impedisce l’infiltrazione dell’acqua e aumenta i tassi di erosione e le perdite di carbonio. In questo modo, la diversificazione e le colture di copertura evitano che il suolo sia esposto a piogge torrenziali o ad alte temperature. “La chiave, quindi”, dice González-Rosado, “è mantenere il terreno coperto.
Il suolo è attualmente al centro delle politiche europee di lotta al cambiamento climatico. Pertanto, è necessario cambiare le pratiche di gestione del suolo in modo che questo diventi una fonte di sequestro del carbonio ed eviti le emissioni di CO2.